Ciao a tutti.
Bene, eccomi qua a "scoprire" il mezzo che finora vi ha messo tutti in crisi e che non siete riusciti a riconoscere
!!!!
Va b?, vuol dire che la "spettacolare" candela d'epoca rimarr? ancora per molto tempo in mio possesso!
Chiedo la vostra collaborazione e pazienza perch? quanto scriver? ? un "po' lungo" e sicuramente , anche per inserire le varie foto, dovr? intervenire a pi? riprese.
Se poteste, temporaneamente, non mettere commenti, vi sarei grato, dandomi modo di completare il tutto.
Grazie a tutti e quello che leggerete, spero sinceramente, sia di vostro interesse.
VOLUGRAFO AERMOTO 125
Durante la Seconda guerra mondiale, vi furono diversi tentativi di realizzare dei mezzi di trasporto estremamente leggeri da destinare alle truppe aviotrasportate con l'intento di aumentare la capacit? di trasferimento veloce di questi reparti e favorirne l'effetto sorpresa nelle operazioni ( soprattutto dietro le linee nemiche ).
Uno dei mezzi che maggiormente si prest? a questa esigenza fu la moto.
Evidentemente si doveva trattare di moto " speciali": il peso e le dimensioni erano il primo handicap da superare in questi veicoli per renderli adatti a questo tipo di impiego.
Piccolo preambolo:
Tra tutte le forze armate dei vari paesi impegnati nella Seconda guerra mondiale, anche se pu? sembrare incredibile- visto la notevole tecnologia messa in campo e le strategie militari innovative sviluppate appositamente per un tipo di guerra " veloce", sempre in movimento continuo ( Blitzkrieg )- proprio la Germania nazista , non pens? a questa evoluzione della moto per migliorare la capacit? operativa dei propri paracadutisti.
L'unico mezzo utilizzato in questo particolare frangente, fu il " famoso " triciclo motocingolato " Kettenkrad", sicuramente robusto e capace di trasportare pi? soldati e materiale anche su terreno accidentato ma decisamente " pesante e ingombrante " per poter essere paracadutato assieme alle truppe.
Evidentemente , non pensavano di averne bisogno: in breve tempo " avrebbero vinto la guerra ", ma le cose non andarono proprio cos? !
Possiamo perci? affermare , con certezza , che la prima moto realmente realizzata per essere utilizzata dalle truppe aereotrasportate o aviolanciate , sia proprio il nostro mezzo ( di ideazione e realizzazione interamente italiana ), l' AERMOTO 125.
Allo scoppio delle ostilit?, le Potenze dell'Asse iniziarono a pianificare l' " OPERAZIONE C3 " per l'invasione di Malta.
Il Regio Esercito richiese quindi dei mezzi aviotrasportabili ed aviolanciabili per equipaggiare le Divisioni paracadutisti.
Le " Officine Meccaniche Volugrafo " di Torino , incaricate dall'Esercito, iniziarono lo sviluppo di una moto lanciabile con il paracadute partendo da una motoleggera progettata e realizzata ( ma non prodotta ) dall'Ing. Claudio Belmondo nel 1936.
L'abbandono dell'operazione comport? un rallentamento della realizzazione dell' AERMOTO, che fu presentata solo nel 1942 ed entr? in produzione l'anno successivo.
Il telaio del nuovo mezzo ? a doppia culla, rigido, in tubolari d'acciaio.
Il motore , di produzione SERTUM e utilizzato sul modello "Batua ", ? un monocilindrico a due tempi da 123 cm.cubici, erogante 2 CV a 3600 giri/min.
Velocit? massima ( configurazione normale senza carico posteriore ), 32 Km/h.
Lunghezza: mt. 1,05 Peso: 51,4 Kg
I gas di scarico vengono convogliati nei tubolari del telaio.
La trasmissione ? a catena, il cambio ? a due velocit? con riduttore ed i freni a tamburo.
Sia anteriormente che posteriormente le ruote sono costituite da 2 ruote gemellate, richieste e realizzate appositamente: in caso di foratura di una ruota, l'altra era in grado di continuare a far proseguire il mezzo con il suo carico, senza particolari problemi e, soprattutto, senza far perdere tempo per la sostituzione del pneumatico.
Il serbatoio di 9,5 litri era posto sotto il sedile e garantiva un autonomia prossima ai 200-230 Km.
L'Aermoto ? in grado di ospitare un solo paracadutista; un piccolo carrello a due ruote pu? essere agganciato ad un supporto sferico e pu? essere utilizzato per il trasporto di un secondo militare o di materiali e munizioni.
In configurazione di lancio, il manubrio ( Vedi foto inserite )viene ripiegato in avanti sulla ruota anteriore; la moto assume cos? la forma di un parallelepipedo - con dimensioni pari a quelli di una valigietta - e pu? essere inserita nell'apposito contenitore al quale viene agganciato il paracadute.
Dopo l'atterraggio, poteva essere messo in condizioni operative in soli 2 minuti, essendo necessaria solo l'estrazione dal contenitore, il raddrizzamento del manubrio
ed il suo relativo bloccaggio in posizione di marcia.
Volendo, era possibile, tramite il fissaggio di alcune robuste fasce, portarlo "a spalla", come uno zaino.
S E G U E